1799 Napoli. La rivoluzione by Sani Valentino

1799 Napoli. La rivoluzione by Sani Valentino

autore:Sani, Valentino [Sani, Valentino]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Storia contemporanea, Napoli
editore: Osanna Edizioni
pubblicato: 2013-07-04T22:00:00+00:00


4. La strana storia dell’ammiraglio Caracciolo

Il suo sguardo parlava napoletano. Il suo viso – incorniciato da due folte basette nere, segnato da due occhi acuti e un po’ canzonatori, condito dalla schietta ironia di un sorriso appena abbozzato – era quello di un vero figlio di Partenope. Si chiamava Francesco Caracciolo. Era nato a Napoli il 18 gennaio 1752, dal nobile ramo dei marchesi di Brienza. Proiettato da una fulminante carriera ai vertici della marina napoletana, era divenuto l’uomo simbolo della rinascita navale borbonica. A fianco degli inglesi aveva partecipato, a bordo del Marlborough, alle guerre contro l’indipendenza delle colonie d’America nel 1779. Si era poi distinto nell’assedio di Tolone del 1793 e in una lunga serie di imprese contro i corsari barbareschi di Algeri e Tunisi, nelle acque del Mediterraneo. Nel 1798 aveva avuto il comando del Sannita, a bordo del quale aveva imbarcato la baronessa Acton, cognata del ministro inglese, con i suoi sei figli e una parte della corte nella fuga da Napoli a Palermo. Già, una parte solamente. Perché al vascello di Caracciolo, Ferdinando e Maria Carolina avevano preferito la compagnia degli Hamilton e la protezione di Nelson, episodio che aveva fornito a Caracciolo un’ulteriore dimostrazione della sudditanza della corte alle strategie messe a punto dagli inglesi.

La mattina del 26 dicembre 1798, l’ammiraglio napoletano era dunque sbarcato a Palermo. Nei giorni successivi, il comportamento della marina napoletana aveva tenuto in ansia Maria Carolina. Le richieste di bassi ufficiali e marinai per raggiungere le rispettive famiglie a Napoli erano andate sempre più moltiplicandosi. Il 13 gennaio la regina aveva riferito di una rivolta scoppiata a bordo di una fregata e di due corvette, aggiungendo: «il vascello di Caracciolo corre lo stesso pericolo [...] tutti i marinai dicono chiaramente che non vogliono più servire poichè non ricononoscono più il re come re di Napoli [...] (bisognava) riunire la flotta a Messina, cacciare i napoletani e mettere al proprio posto dei siciliani»21. Ordinato precauzionalmente da Acton il disarmo del Sannita a Messina, dopo un primo viaggio andato a vuoto a causa del maltempo, Caracciolo vi si era recato scortato da una nave portoghese. Da Messina, il 4 febbraio l’ammiraglio aveva indirizzato una singolare lettera ad Acton, domandando il permesso di recarsi temporaneamente a Napoli per sistemare alcuni affari di famiglia. Alla promessa di un pronto ritorno, Caracciolo aveva fatto seguire ripetute dichiarazioni di fedeltà ai sovrani. L’11 febbraio era partita la risposta di Acton:



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